lunedì 28 gennaio 2019

Diritto alla dignità e all'accoglienza!




Restiamo sgomenti di fronte a quanto sta avvenendo al largo di Siracusa: 47 persone, tra cui minori che dovrebbero essere maggiormente tutelati, come disposto anche dalla Procura di Catania, presi in ostaggio dal governo Italiano, che mostra un cinismo e una disumanità che non possono che far inorridire. Il tentativo poi, di vietare a chiunque, finanche a parlamentari della Repubblica, di salire a bordo della SeaWatch per assicurarsi delle condizioni dei migranti e dare loro un minimo di conforto, rappresenta un punto di non ritorno ed uno sfregio all'idea stessa di democrazia (e decenza). 


Non possiamo che aggiungere la nostra voce a quelle di tutte le associazioni e i cittadini e le cittadine che in queste ore chiedono semplicemente che alle persone presenti sulla SeaWatch venga riconosciuto il diritto alla dignità e all'accoglienza -valori e diritti riconosciuti e garantiti dalla nostra Costituzione - e che quindi la nave possa sbarcare sul territorio italiano al più presto.


Ci preme sottolineare che Il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune si è dotato sin dalla propria nascita di una carta dei principi, quali l'antifascismo, l'antirazzismo, la solidarietà e il riconoscimento dei diritti umani per tutte e tutti. Per questo stigmatizziamo ogni tipo di politica non solo liberista, ma anche disumana e razzista come quella dell'attuale governo. Anzi, vogliamo collettivamente prendere le distanze e esprimere grande delusione, umana prima che politica, nei confronti di quelle figure istituzionali che prima di essere elette facevano parte del nostro Comitato, ma che oggi, accettando, fosse anche solo attraverso il silenzio, la barbarie cui assistiamo, certificano la propria complicità a tale indegna e scellerata politica, nonché - conseguentemente - il proprio allontanamento da noi e da ciò che siamo.

Il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune.
28 gennaio 2019

venerdì 5 gennaio 2018

Acquedotto Pugliese e Diritto all'Acqua ancora una volta merce di scambio pre-elettorale



Tentato blitz alla democrazia 

Nel periodo pre-natalizio abbiamo appreso dai giornali del “blitz notturno” con il quale si sarebbe dato il via libera a un emendamento (bipartisan) alla legge di Stabilità in Commissione Bilancio della Camera. Tale colpo di mano, oltre a prorogare la concessione del servizio idrico integrato ad AQP SpA, getterebbe le basi per la creazione dell’Acquedotto del Mezzogiorno, una società a scopo di lucro e, più precisamente, una holding industriale, che si dovrebbe occupare in un primo momento della grande adduzione tra Puglia, Basilicata e Calabria (per poi estendersi anche ad Abruzzo, Lazio e Molise). Già così, si tratterebbe di una struttura elefantiaca, un centro di potere praticamente incontrollabile. Ma non è tutto: emergono elementi inquietanti e poco chiari che prefigurano volontà non dichiarate ma concrete di ingresso di privati nella proprietà e di allargamento dell’ambito di attività che includerebbero anche la gestione dei rifiuti, la produzione e la distribuzione di energia elettrica.
Poi, una lite fra Emiliano e De Luca avrebbe fermato per il momento il progetto.
I giornali titolano giusto. Di un blitz si è trattato, ma alla democrazia.
Dunque, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo aver teorizzato il mega acquedotto Puglia-Albania (addirittura come compensazione ambientale del TAP!), basato sull’idea ripugnante che l’Albania abbia “bisogno di VENDERE L’ACQUA”, adesso muove l’ennesimo oltraggio alla volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011, per di più ignorando il lavoro del tavolo tecnico (da lui stesso istituito) voluto dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”. Ricordiamo che quel lavoro ha prodotto una proposta, ineccepibile sotto il profilo giuridico e politico, che porterebbe a compimento la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese (cosa più che fattibile, così come dimostrato magistralmente dal Prof. Alberto Lucarelli durante i lavori del tavolo tecnico).
Il Presidente della Regione Puglia, fiancheggiato in questo affaire da un variegato fronte “politico”, continua a rivelarsi
noncurante delle domande a lui espressamente avanzate (anche attraverso i media) dal Prof. Riccardo Petrella e dal Prof. Alberto Lucarelli;
sprezzante di ogni richiesta di interlocuzione da parte dei cittadini a cui, ostinatamente, si sottrae;
perseverante nel proporre progetti riguardanti l’acquedotto pugliese di natura speculativa, contrari alla volontà popolare all’interesse generale;
ma, soprattutto,
indifferente alle sollecitazioni della cittadinanza e all’osservanza della sovranità popolare, sancita dell’articolo 1 comma 2 della Costituzione sulla quale ha prestato giuramento.
Pertanto, ci attiveremo in ogni sede opportuna affinché sia fatta luce sulla legittimità del suo operato, con l’intento di far valere le ragioni del pubblico interesse invece dell’arbitrio e degli abusi di potere.
Non consentiremo che l'Acqua e l'Acquedotto Pugliese diventino ancora una volta merce di scambio elettorale. Con l'acqua non si scherza, chi lo fa si scotta!
Perché si scrive Acqua e si legge Democrazia 

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”

mercoledì 3 gennaio 2018

Per la salvaguardia del nostro territorio e della salute - Assemblea pubblica regionale 7/01 ore 16.00



Domenica 07 Gennaio ore 16.00 
Bread&Roses - Spazio di Mutuo Soccorso

I nostri territori sono sempre più sotto attacco da parte di multinazionali e grandi speculatori che, pur di incrementare i propri profitti – e con la compiacenza, se non la complicità, di chi occupa posti di potere nelle istituzioni - rubano risorse, si appropriano dei beni comuni, devastano l’ambiente e la nostra salute.

Da una parte il governo Gentiloni militarizza il Salento, reprimendo l’opposizione della popolazione al TAP e preme affinché a eventuali compratori dell’ILVA sia garantito di continuare a uccidere Taranto non rispettando nemmeno le prescrizioni più basilari a salvaguardia della salute. 


Dall’altra, la Regione Puglia (al di là del doveroso ricorso al TAR contro l’ultimo decreto del Governo sull’ILVA), dopo qualche balbettio, dà il proprio via libera a TAP mentre, contemporaneamente, contro il volere popolare emerso dal referendum del 2011, si rifiuta di ripubblicizzare l’acquedotto pugliese (l’unico modo, fra l’altro, di per metterlo in sicurezza dalla privatizzazione), nonostante la fattibilità giuridica ed economica dimostrata dal Prof. Alberto Lucarelli nel tavolo tecnico paritetico tra Regione Puglia e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”. Non si registrano, inoltre, prese di posizione rispetto agli effetti che le attività estrattive nella vicina e martoriata Basilicata producono sul territorio Pugliese: dall’inquinamento di importanti fonti di approvvigionamento idrico come l’invaso del Pertusillo al progetto Tempa Rossa che coinvolge pesantemente anche Taranto.
Dalle eradicazioni degli ulivi, in ragione della cosiddetta “emergenza xylella”, alla privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Dal TAP all’ILVA. Dal business dei rifiuti-inceneritori a quello delle estrazioni petrolifere. Dalle discariche ai mega parchi fotovoltaici ed eolici che devastano il nostro territorio. Siamo sotto assedio.
E’ arrivato il momento di riorganizzare il fronte comune contro questo scempio, di unire le lotte e di discutere di come riappropriarci dei territori, dei beni comuni e degli spazi di democrazia, non limitandoci a muoverci nella contingenza di una singola vertenza. Non possiamo che provare a costruire un percorso che non solo imponga le nostre rivendicazioni alle Istituzioni, ma che provi a sottrarci e renderci autonomi da questo sistema (su vari piani) attraverso l’autorganizzazione e le pratiche di autodeterminazione che – associate ad atti di resistenza - restituiscano senso e vita al principio costituzionale di sovranità popolare. Sentiamo l’esigenza, dunque, di aprire questo dibattito con le reti, i movimenti, le associazioni e i cittadini che si battono per la salvaguardia dei territori, dei beni comuni, della salute.



Proponiamo di incontrarci domenica 7 Gennaio, alle ore 16.00, a Bari, 
presso Bread&Roses - Spazio di Mutuo Soccorso via Giovanni Amendola 189/A

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”

venerdì 1 dicembre 2017

L’ultima del Presidente Emiliano: Mega acquedotto Puglia-Albania a compensazione del TAP. Delirio o fake news?


Il presidente Emiliano in una recente dichiarazione in Campania ha detto che in Albania ha incontrato il primo ministro albanese Edi Rama e Tony Blair (ex premier inglese attualmente consulente della multinazionale TAP) e, in risposta ai “timori” di Blair sui dissensi dei salentini sul TAP, ha sostenuto che sarebbe “un’ottima compensazione ambientale se accanto ai tubi TAP partissero tubi di acqua potabile dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla [SIC!], per sopperire alla mancanza d’acqua pugliese”. 

E non sembrerebbe neanche un’idea “buttata lì” visto che il Presidente ha dichiarato alla stampa che “la Regione ci sta già lavorando con SNAM e AQP”. Inoltre, nell'ottica di un progetto così impegnativo, vorrebbe la Regione Campania nel capitale di AQP. 

Ma a che gioco sta giocando, Presidente?
Troviamo che le Sue affermazioni abbiano raggiunto livelli paradossali che non avremmo mai immaginato.
 Alcuni punti salienti:
1)   “Compensazione ambientale”. Questo significa ammettere che il TAP genererà danni ambientali! E, dunque, per “compensare” i danni ambientali li raddoppiamo! Che idea geniale! Se non l’avessimo letto sulla stampa (ansa compresa) avremmo pensato a una fake news!
2)      Carenza idrica. Il problema non si risolve andando a prendere l’acqua dall’altra parte dell’adriatico – cosa che necessiterebbe di abbondante energia con costi economici e ambientali straordinari – ma armonizzando i bisogni dei cittadini e la disponibilità della risorsa, attraverso una seria politica di gestione idrica. Quindi, fra le altre cose, bisognerebbe mettere seriamente mano alle perdite, al recupero dell’acqua depurata in agricoltura (anziché sprecarla buttandola a mare), a una gestione seria dei depuratori (diversi dei quali, occorre ricordare, sono sotto sequestro con amministratori unici e dirigenti indagati per reati ambientali!). E, soprattutto, dovrebbero essere preservate dall’inquinamento le riserve idriche già esistenti, compito che oggi viene disatteso in situazioni come il lago del Pertusillo, sottoposto alla pressione dei (troppo) vicini impianti di estrazione e lavorazione del petrolio o la falda idrica salentina a rischio da percolati di discariche (e non solo abusive). A chi giova permettere che le nostre risorse vengano rese inutilizzabili da negligenze e speculazioni, per poi rendersi dipendenti da un aleatorio approvvigionamento dall’estero e dalla vulnerabilità di impianti faraonici e sofisticati? Certamente non giova ai cittadini pugliesi. Sicuramente giova alle lobbies rappresentate da MR Blair.  
Inaccettabile, poi, la constatazione che l’Albania ha bisogno di VENDERE L’ACQUA (!): un bene primario come l’acqua viene ridotto a MERCE: questo è semplicemente ripugnante. 
3)      Gestione efficace ed efficiente. Un acquedotto, anche un grande acquedotto come quello pugliese, può essere gestito in modo sano se se rispetta la sua finalità di fornire un servizio ai cittadini e, quindi, assume la forma giuridica di ente di diritto pubblico, come l’Azienda Speciale che esclude lo scopo di lucro e garantisce trasparenza e controllo sociale. Lo dimostrano, in negativo, le esperienze antidemocratiche delle grandi aziende dell’acqua che speculano su una risorsa vitale dichiarata dall’ONU “diritto umano universale”.
4)      Convergenze di interesse. Tutto ciò nasce da una rassicurazione a un lobbista. Non comprendiamo come mai il Presidente della nostra Regione si senta così tanto in dovere di rassicurare i grandi investitori e invece si rifiuti ostinatamente di interloquire con i cittadini e dare corso alla volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011 e concretizzabile nella ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, cosa più che fattibile così come dimostrato magistralmente dal Prof. Alberto Lucarelli durante il tavolo tecnico! 
Ricordiamo che, qualche mese fa, durante il Festival dell’Acqua, mentre il Presidente accoglieva i mercanti dell'acqua che organizzavano a Bari la spartizione dei nostri territori, i cittadini si riunivano per scrivere la “Carta di Bari per la difesa delle fonti idriche del Mezzogiorno” e preparare una mobilitazione interregionale per bloccare il mega-acquedotto del sud. I cittadini pugliesi NON VOGLIONO SPECULAZIONI SULL’ACQUA NE’ SUL TERRITORIO.

In nome della democrazia e dell’articolo 1 comma 2 della nostra Costituzione che sancisce la sovranità popolare, torniamo a chiedere:
- la trasformazione di AqP SpA in Azienda Speciale e, nell’immediato, una risposta da parte del Presidente e della Giunta alle proposte avanzate nel tavolo tecnico dal Prof. Alberto Lucarelli e dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, un atto dovuto di cortesia istituzionale e di rispetto del lavoro compiuto all’interno del tavolo stesso;
la rinuncia definitiva a ogni progetto speculativo e a ogni idea di espansione dell’AqP fuori dalla Puglia!
 
Perché si scrive Acqua, e si legge Democrazia
 
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” 
Coordinamento NO TRIV Terra di Bari

martedì 21 novembre 2017

Consiglio Regionale su AQP SpA: cronaca di una monotematica sui generis!!!

Domande dei Comitati, Petrella e Lucarelli ancora senza risposta.
Presidente, consiglieri: di cosa avete paura?

Venerdì 17 novembre, in Consiglio regionale si è tenuta quella che sarebbe dovuta essere una monotematica sul futuro di AQP. Questo Consiglio monotematico è nato dalle proposte del Movimento 5 stelle e del Consigliere Borracino, che hanno accolto le richieste del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, di rompere il silenzio sull'AqP dopo il maggio di quest'anno, mese in cui si è chiuso il tavolo tecnico paritetico fra lo stesso Consiglio Regionale e il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”.
La discussione, dalle ore 10.30 è slittata alle 14, cosa che, insieme al diniego di parola al Comitato in sede di Consiglio, la dice lunga sulla reale portata democratica di questo Governo, che da un lato “promuove” pseudo leggi sulla Partecipazione e dall’altro nega l’ascolto alla cittadinanza!

Il Consigliere Borraccino con una scelta personale ha chiesto di mettere ai voti la possibilità di trasformazione di AqP in azienda speciale che è stata prevedibilmente bocciata dalla maggioranza! D'altra parte, tale proposta ha smascherato tutte le belle parole della maggioranza (con qualche eccezione) e dell'opposizione di destra che hanno votato compatte contro la trasformazione di AqP in azienda speciale.

Hanno votato A FAVORE della trasformazione di AQP SpA in Azienda speciale :
Tutti i consiglieri del M5S, Borraccino (SI) e Blasi (PD)
ASTENUTI :
Abaterusso e Romano (art 1) e Santorsola (Noi a sinistra)
CONTRO:
Il resto del PD, il resto della maggioranza, tutti i partiti di destra e tutti gli altri, compreso il CONSIGLIERE AMATI che, anni addietro, invece, aveva votato la delibera 1959/2009 con la quale il governo sanciva il principio secondo cui «l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato» e definiva il servizio idrico integrato come «servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica», stabilendo che la sua proprietà e gestione «devono essere pubbliche” . Evviva la coerenza!!!

Inoltre, riscontriamo che il Presidente Emiliano ha deciso di non rispondere a nessuna domanda posta dal Comitato pugliese, dalla Rete Salvalacqua e dalle altre realtà presenti, per voce dei consiglieri del M5s, continuando con la sua narrazione dell'acqua pubblica.

Così come è stato bocciato anche l'ODG del M5S che chiedeva al Presidente Emiliano di dare risposta alle lettere aperte del Prof. Riccardo Petrella e del Prof. Alberto Lucarelli che, rispettivamente, chiedevano del paventato processo di trasformazione in grande multitutilty del sud di AqP, e di dare un qualsiasi riscontro alla bozza di delibera presentata in sede di tavolo tecnico per la ripubblicizzazione di AQP in ente di diritto pubblico. Ma niente! Neanche per cortesia istituzionale!

Il Consigliere Colonna ha presentato una mozione per chiedere la proroga al governo nazionale dell'affidamento attuale e che facesse in modo, anche venendo meno tale proroga, che tale affidamento di gestione resti in mano all'attuale AqP S.p.A. La votazione su tal proposta è stata rinviata per mancanza di numero legale.

Ricordiamo che il tavolo tecnico istituito con delibera si è concluso con la presentazione della bozza di delibera del Prof. Alberto Lucarelli sulla trasformazione di AQP SpA in soggetto di diritto pubblico dopo che lo stesso prof. Lucarelli aveva dimostrato la fattibilità giuridica di tale trasformazione. A oggi, né il Presidente, né la giunta hanno dato riscontro a tale documento né agli interrogativi posti nelle lettere aperte dal Prof. Lucarelli e dal Prof. Petrella. E’ uno scandalo, oltre che una vergogna!!!!

Nonostante questo – e, anzi, a maggior ragione - il popolo dell'acqua non si ferma continuerà nella sua battaglia. Perche si scrive acqua e si legge democrazia!

mercoledì 11 ottobre 2017

CARTA DI BARI a DIFESA DELLE FONTI D'ACQUA


 "LA CARTA DI BARI PER LA DIFESA DELLE FONTI D’ACQUA”

 NO AL GESTORE UNICO DEL CENTRO SUD ITALIA. Il piano delle multinazionali francesi Suez e Veolia deve essere fermato con ogni mezzo democratico”, questa la posizione espressa dalla Rete a Difesa delle Fonti d’Acqua del Mezzogiorno d’Italia, riunitasi a Bari il 7 ottobre scorso.
Presenti i rappresentanti di tutte le regioni del distretto appenninico e non solo, che hanno ricostruito e discusso il progetto di occupazione delle sorgenti idriche messo in campo dalle lobby.

“I cambiamenti climatici e l’inquinamento riducono l’acqua e le Corporation si accaparrano quella disponibile – dice il referente Pugliese della Rete - con l’obiettivo di speculare sulla sete dei cittadini”.

Dal confronto è emersa la centralità del ruolo dell’Acquedotto Pugliese. “Se Emiliano non è in grado di fronteggiare le pressioni del Governo e delle Multinazionali, abbia il coraggio di lasciare e torni a fare il magistrato” affermano gli attivisti della Rete “Chiediamo all’uomo di legge di assumere una posizione chiara di rispetto della Costituzione della Repubblica italiana”.

La Carta di Bari fa propria la Risoluzione 64/2010 delle Nazioni Unite, che proclama il diritto universale all’acqua e chiede al Governo e al Parlamento italiano di nazionalizzare la gestione delle fonti d’acqua, come previsto dall’articolo 42 della Costituzione e alle Regioni di programmare e sostenere le ripubblicizzazioni.

Le lobby premono per privatizzare anche i 2000 Comuni d’Italia, che resistono con le gestioni in economia nel rispetto del referendum del 2011. Puntano ai 60 miliardi per gli investimenti, che l’Autorità li autorizza a prelevare in bolletta.  L’Italia già privatizzata ristruttura le reti con una media di 3,8 km all’anno. Per ripararle tutte ci metteranno 250 anni creando emergenze idriche.

La Cassa del mezzogiorno, gestione pubblica del dopoguerra, ha costruito 23 mila km di reti idriche con fondi pubblici in meno di 30 anni portando l’acqua in tutte le città del centro sud Italia.

SUEZ e VEOLIA (l’una controllata dallo Stato francese, l’altra dalla Cassa Depositi francese) sono statecacciate in oltre 50 gestioni dell’acqua in Francia, compresa Parigi, a causa dei disastri che hanno prodotto. Hanno spostato i loro interessi in Italia dove le multinazionali francesi già controllanol’acqua nel Lazio, l’ACEA e Acqualatina, in Umbria, Umbriacque, in Campania, la Gori, la Gesesa e Acqua Campania, in Calabria influenzano la Sorical e hanno puntato il Molise e la Basilicata. Stanno allungando i loro tentacoli sull’Abruzzo, la Sicilia e altre regioni d’Italia. “Un piano industriale di medio temine –dichiara la referente Campana - che punta ad accorpare in un unico grande soggetto non solo all’acqua, ma anche i rifiuti, i trasporti e l’energia, per acquisire il controllo dei servizi pubblici locali di oltre 15 milioni di abitanti”.

RETE A DIFESA DELLE FONTI D’ACQUA DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA

Per info:
Maurizio 3473543782, Federico 3802370343, Consiglia 3297745761


23 MILA KM DI ACQUEDOTTI CREATI DAL PUBBLICO SONO SOTTO ATTACCO DELLE MULTINAZIONALI, PUNTANO AI 60 MILIARDI CHE L’AUTORITÀ METTE IN BOLLETTA PER RISTRUTTURARLI

LE LOBBY PREMONO SUI 2000 COMUNI, CHE RISPETTANO IL REFERENDUM E CHIEDONO DI COMPLETARE L’OPERA DI PRIVATIZZAZIONE DELL’ITALIA!

Sottoscrivi anche tu

ACQUA Loro il Festival dei profitti, Noi la Rete dei diritti!


I mercanti dell'acqua organizzano a Bari la spartizione dei nostri territori attraverso il disegno di un "Grande Acquedotto del Sud” (privato ovviamente).

La risposta dei movimenti popolari al Festival dell'acqua è la Carta di Bari per la difesa delle fonti idriche del Mezzogiorno. La Carta costituirà la piattaforma sulla quale organizzare la mobilitazione interregionale per bloccare questo progetto.

La nostra proposta è la costituzione di enti territoriali di diritto pubblico per la gestione del SII che preveda meccanismi di controllo e di partecipazione in coerenza con la volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011.

Prendiamo atto che la Regione Puglia sceglie come interlocutori le multinazionali invece dei cittadini, spianando la strada alla privatizzazione dell'Acquedotto Pugliese e di tutti gli enti gestori del sud Italia. Una Regione al servizio delle lobbies di Acqua, Energia e Rifiuti con Emiliano, come Vendola in passato, a fare gli onori di casa.

È sconcertante che l'Università, luogo della costruzione del sapere critico si presti a una operazione di propaganda legittimando cosi un sistema che antepone il profitto al diritto umano all’acqua.

Loro il Festival dei profitti, noi la Rete dei diritti