giovedì 8 settembre 2011

Intercettate le "strategie" su come aggirare il referendum sull’acqua

Dalle telefonate di Lavitola emergono le strategie su come aggirare il referendum sull’acqua. Si legge su Il Fatto Quotidiano “Se il voto ha abrogato il profitto – secondo quesito sull’acqua – stabilendo il principio della gestione pubblica, in fondo basta spostare gli utili dalla gestione al vero core business del gruppo Caltagirone, la costruzione delle infrastrutture. Questo è il piatto ricco che potrà continuare a garantire nei fatti l’interesse dei privati nell’acqua, beffando il voto del referendum”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/07/nelle-telefonate-di-lavitola-le-strategie-su-come-aggirare-il-referendum-sullacqua/155662

E’ quello che sta avvenendo dovunque e anche con l’Acquedotto pugliese dove, come abbiamo più volte denunciato (vedi: www.acquabenecomune.org), la legge sulla cosiddetta ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese - così come emendata su proposta dell’Assessore Amati - andrebbe a trasformare l’AQP S.p.A. in Azienda Speciale (il condizionale è d’obbligo poiché tale trasformazione è ancora a livello di affermazione non confermata neanche dalla dichiarazione ufficiale del Governo regionale), lasciando in mano alle società miste il “core business” ovvero stando alla dizione della stessa legge regionale “le attività diverse dal servizio idrico integrato ma da esso rivenienti” (in particolare si veda: Legge AQP: riflessioni e valutazioni http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=1040:legge-aqp-riflessioni-e-valutazioni&catid=153&Itemid=72).

Ricordiamo al riguardo che attraverso gli stessi emendamenti è stato eliminato il riferimento ai consorzi pubblici come organismi per gestire le attività diverse dal Servizio Idrico Integrato. Inoltre, nel caso dell’Acquedotto pugliese è importante ricordare che, allo stato attuale, non tutte le attività afferenti il Servizio Idrico Integrato sono realizzate in proprio dal “nuovo” soggetto; non rientrano, infatti, nella cosiddetta ripubblicizzazione le attività di potabilizzazione e di depurazione gestite da Società a Responsabilità Limitata (rispettivamente AQP Pot s.r.l. e PURA s.r.l.), attualmente controllate da AQP S.p.A.

Come si vede gli emendamenti apportati sono sostanziali e decisivi!

E aver chiesto ragione di tali emendamenti ha attirato l’ira dell’Assessore Amati che – non entrando nel merito delle critiche - ha mosso verso il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”–Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua gravi insinuazioni.

Ma ciò che è più grave è l’arroganza e la disinvoltura di gran parte della classe politica nel non tenere fede agli impegni assunti, nel costruire narrazioni e/o rappresentazioni a proprio uso e consumo, nel cercare di creare categorie binarie “buono/cattivo”, “amico/nemico”, “bianco/nero” funzionali a “ricompattare” in caso di necessità!

La situazione, infatti e ovviamente, è generale! Si invita a leggere al riguardo l’articolo inviato alla stampa lo scorso mese “Acqua. Rumore mediatico ma intesa bipartisan” .

Bisogna che sia chiaro a tutti che chi cerca di raggirare i risultati del referendum, di fatto calpesta la sovranità popolare e si fa scherno della volontà collettiva, demolendo pezzo dopo pezzo i fondamenti dello Stato democratico e la cultura delle regole (e del loro rispetto) attraverso le quali la democrazia dovrebbe essere garantita.

Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"

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