domenica 29 aprile 2012

Risposta del candidato sindaco Patrizio Mazza su gestione idrica e applicazione referendum


Come Candidato Sindaco Patrizio Mazza per la lista cambiamo Taranto,
     riferisco direttamente e semplicemente che il concetto di acqua come bene comune e non soggetto a nessuna speculazione di carattere privato è stato gia ribadito dal sottoscritto in qualità di consigliere regionale nel momento in cui si è provveduto alla legge sul rinnovo della gestione dell'acquedotto pugliese ma anche col referendum abrogativo come è stato citato.
  Per ribadire i sacrosanti principi su detti anche a livello municipale occorre comunque ribadire:
1) l'acqua come bene comune deve essere, per il minimo indispensabile di 50 litri al di,  garantita a tutti gratuitamente come servizio municipale,
2) i costi di acquisizione dell'acqua e di erogazione debbono essere comunque garantiti e ciò lo si può fare attraverso una minor tariffa possibile  in base alle eccedenze di consumo, a fasce di reddito e a potenziali sprechi ravvisati con un controllo adeguato da parte della istituzione pubblica, penalizzazione per chi spreca (lo spreco è a scapito del bene pubblico)
3) ricerca di fonti alternative di approvigionamento idrico nell'ambito comunale, anche da pozzi per acque ad utilizzo industriale o agricolo, con ricognizione dei medesimi, valutazione di tutela della salute con esame delle acque o messa a regime con la collaborazione con Acquedotto Pugliese

4) la remunerazione del capitale investito, ancorchè abrogato dal referendum,  con piena condivisione dei cittadini potrebbe passare come gestione ai comuni per il miglioramento di quelle situazioni di stabili strutturalmente deficitari per la equa distribuzione dell'acqua, allo scopo deve essere effettuata una ricognizione quanto più rapida possibile dello stato degli stabili e della rete idrica,
5) lo stesso dicasi per quelle zone periferiche non servite da acquedotto e dove deve essere effetttuata una adeguata ricognizione sia delle necessità che degli eventuali costi per poi procedere attraverso un coinvolgimento dei cittadini alla fattività di un piano di adeguamento del servizio anche per questi cittadini e il livello di partecipazione economica dei medesimi
E' ovvio che nel sancire che l'acqua è un bene comune e tutti ne hanno diritto ci deve essere anche da parte dei cittadini l'acquisizione di tale principio e la esclusione di qualsiasi privilegio da tale concetto, inoltre deve passare il concetto che i servizi hanno un costo ed occorre stabilire una equità distributiva di tali costi.
Grazie
Patrizio Mazza
Candidato Sindaco per "Cambiamo Taranto"

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