mercoledì 29 giugno 2016

Vogliono vendere la Puglia. RiPugliamocela!

La giunta regionale sta preparando un disegno di legge per portare a termine il processo di privatizzazione dell’Acquedotto pugliese. Il disegno è trasformare l’AQP in una multiutility sulla base del modello di società a capitale privato, quotata in borsa (*). E per fare questo la Regione Puglia spende 130.000 euro di soldi pubblici per una società di consulenza privata cui affidare lo studio dell’apertura al nuovo business.

E’ un atto gravissimo che evidenzia il totale disprezzo verso il volere popolare che nel 2011, attraverso un referendum, sancì che il servizio idrico integrato e gli altri servizi pubblici locali devono essere sottratti al profitto e all’obbligo di gestione attraverso forme di diritto privato!

Non possiamo che inserire questa ultima vergogna nella lunga lista degli attacchi che il nostro territorio sta subendo in nome del profitto e della speculazione - nel totale silenzio o, in alcuni casi, con la complicità delle istituzioni locali - assieme alla cosiddetta “emergenza” xylella, la Tap, le istanze di ricerca di idrocarburi lungo le nostre coste, le discariche, gli inceneritori, le centrali turbogas, lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico in mega impianti a scala industriale, le strade inutili e la cementificazione,  la speculazione edilizia, il ricatto lavoro-salute-ambiente e tanto altro ancora.

Da notare che la multiutility AQP dovrebbe estendersi oltre la Puglia e dovrebbe gestire, oltre all’acqua, anche i rifiuti e le energie rinnovabili. Due settori che, per essere sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale ed economico, dovrebbero essere gestiti a scala locale, in maniera decentrata, diffusa, facilmente controllabile dai cittadini. La scelta, invece, di accentrarli in una multiutiliy provocherebbe la concentrazione dei profitti e del potere, che ha già dato prova di mortificare e danneggiare - se non distruggere - il paesaggio e l’ambiente, la salute dei cittadini, la vita sociale ed economica nei territori.

Pensiamo sia urgente organizzare un fronte comune di tutti i movimenti, i comitati, i cittadini e le realtà che si oppongono a questa deriva in difesa dell’ambiente, del diritto alla salute e all’autodeterminazione dei territori, contro ogni privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, per salva-guardare la nostra terra.

Per questo convochiamo un’Assemblea regionale aperta che si svolgerà in due appuntamenti secondo il seguente calendario:

-          venerdì 8 luglio, alle ore 18.00 a Bari (presso lo Spazio di Mutuo Soccorso “Bread & Roses”, via Amendola, 189/A)
-     venerdì 15 luglio, alle ore 19.00 a Lecce (presso “Manifatture Knos”, via Vecchia Frigole, 36)

Perché le nostre vite valgono più dei loro profitti. Perché il nostro territorio non è in vendita.
Perché la sovranità appartiene al popolo e la Costituzione delle nostre madri e dei nostri padri è ancora vigente.

Dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”


* Quotidiano di Puglia (Lecce) 15 Jun 2016

martedì 28 giugno 2016

AQP: qual è la posizione del PD Puglia? La Segreteria chiarisca!


Alla Presidente del PD Puglia, Assuntela Messina
Al Segretario del PD Puglia, Marco Lacarra
Ai componenti della Segreteria del PD Puglia

Bari, 27 giugno 2016

Gentile Presidente, gentile Segretario, gentili Componenti della Segreteria,

questa lettera aperta si rende necessaria a seguito del lungo silenzio seguito alle dichiarazioni e alla presa di posizione del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano di tre mesi fa.

All'indomani dell'approvazione – beffa - in Commissione ambiente alla Camera, della legge di iniziativa popolare che i movimenti per l’acqua pubblica presentarono nel 2007 con un emendamento, fra gli altri, che stralciava l’articolo 6 della suddetta legge, il quale sanciva il ritorno della gestione dei servizi idrici integrati a soggetti giuridici pubblici, il Presidente Michele Emiliano aveva dichiarato che “l’acqua deve essere considerata un bene comune pubblico e, conseguentemente, il servizio idrico privo di rilevanza economica, deve essere gestito da un ente di diritto pubblico con la più ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione e nel controllo. E aggiungeva che è fondamentale che la politica riacquisti la sovranità del governo dell’acqua, unico modo per garantire il diritto umano all’acqua potabile sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010” http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=20116).  Con queste motivazioni, il Presidente Emiliano si impegnava a chiedere ai parlamentari pugliesi di presentare gli emendamenti necessari a ripristinare il testo originario e, assicurava, l’istituzione di un tavolo tecnico istituzionale che valutasse le migliori modalità per garantire il rispetto dei principi referendari.


In questi tre mesi la Camera ha approvato un testo di legge completamente stravolto rispetto alla richiesta che emergeva dalla legge di iniziativa popolare del 2007 e dai referendum del giugno 2011 e gli impegni assunti dal Presidente della Regione Puglia sono rimasti lettera morta (in continuità, del resto, con chi l’ha preceduto).

L'Acquedotto Pugliese che potrebbe e dovrebbe divenire laboratorio privilegiato per una gestione pubblica e partecipata dell'acqua si avvia – secondo notizie di stampa – a diventare, al contrario, un altro tassello delle politiche di privatizzazione, trasformandosi in una multiutility, aperta anche a capitali (e interessi) privati, con una mission molto lontana da quella propria di un ente che deve garantire il diritto umano all'acqua e ai servizi igienici essenziali.

Il significativo scarto tra gli impegni del presidente Emiliano e i fatti sopra esposti, ci spingono a chiedere con forza una presa di posizione della Segreteria del Partito democratico pugliese e dell'intero partito.

In particolare, riteniamo che la storia personale e politica di alcune persone del PD, compresi componenti dell’attuale Segreteria, impegnati nelle battaglie in difesa dell'acqua bene comune e diritto umano inalienabile, non possa che condurre a una netta presa di posizione rispetto al silenzio del Presidente Emiliano e ai progetti di privatizzazione (de facto) del più grande Acquedotto d'Europa.


Sicuri della Vostra attenzione, restiamo in attesa di un rapido riscontro.

Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”

giovedì 23 giugno 2016

Emiliano spieghi perchè vuole fare dell'Acquedotto Pugliese una Multiutility aperta ai privati!

Acquedotto pugliese: un colpo al cerchio e uno alla botte.
La politica della Regione Puglia si conferma ambigua.


Il 25 marzo scorso, il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” ha incontrato il Presidente Michele Emiliano per un confronto sulla questione della Legge nazionale sull’Acqua e la gestione del servizio idrico integrato, sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese e sulla concretizzazione del diritto umano all’acqua potabile. In quella occasione, il Presidente ha dichiarato che “l’acqua deve essere considerata un bene comune pubblico e, conseguentemente, il servizio idrico privo di rilevanza economica, deve essere gestito da un ente di diritto pubblico con la più ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione e nel controllo. E ha aggiunto che è fondamentale che la politica riacquisti la sovranità del governo dell’acqua, unico modo per garantire il diritto umano all’acqua potabile sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010”. Inoltre, contestualmente il Presidente Emiliano ha assicurato l’istituzione di un tavolo tecnico istituzionale che valuti le migliori modalità per garantire il rispetto dei principi referendari (http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=20116). Tuttavia, a distanza di quasi tre mesi e nonostante le sollecitazioni in tal senso, il Comitato pugliese non ha ricevuto alcuna comunicazione al riguardo.
Anzi, lo scorso 25 maggio, è stata presentata in Consiglio regionale una mozione a firma del consigliere del Partito Democratico Ernesto Abaterusso, volta a  impegnare il Governo regionale ad avviare un percorso per la cessione delle azioni  dell’Acquedotto Pugliese, AQP SpA, dalla Regione Puglia (attualmente unico azionista) a tutti i Comuni pugliesi, rispetto alla quale il Comitato aveva espresso alcune criticità e richiesto il ritiro della mozione (www.lacquanonsivende.blogspot.com). La mozione è stata ritirata ma del tavolo tecnico neanche l’ombra.
Piuttosto, dai media apprendiamo che sarebbe pronta una nuova legge che avrebbe a oggetto la trasformazione dell’acquedotto pugliese in unamultiutility con l’ampliamento dell’oggetto sociale dell’acquedotto a gas, energia e smaltimento dei rifiuti e all’energia, sulla base del modello ACEA (Roma), HERA (Bologna e Reggio Emilia) e IREN (Genova e Torino), con capitale anche privato e quotate in borsa! Al riguardo, da quanto risulta dai media, sarebbe stato già affidato “un incarico di consulenza strategica volta all’espansione delle attività di AQP” e “alla verifica della forma societaria più idonea” alla società Bain&Company a fronte di un compenso di 130.000 euro!
L’acquedotto più grande d’Europa, costruito con soldi pubblici, con un utile in costante crescita fa gola a molti e lascia a “secco” (e non solo in senso metaforico) molti altri. In primis i cittadini pugliesi che vedono le loro tariffe costantemente aumentare (del 22,4% nel periodo 2007-2012 e ancora del 19% dal 2012 al 2015), che devono sostenere interessi di mora ed eventuali spese di recupero credito in caso di ritardo nel pagamento, o che si vedonostaccare la fornitura già a partire dal secondo insoluto! Cittadini ai quali non è garantito il diritto umano all’acqua!

E a fronte di questa situazione il Presidente Michele Emiliano cosa fa? Impiega 130.000 euro di soldi pubblici per una società di consulenza privata al fine di trasformare l’acquedotto in una holding e aprirlo al business dei rifiuti e delle energie, piuttosto che onorare l’impegno assunto e istituire il tavolo tecnico congiunto con professionisti e giuristi di fama nazionale e internazionale che avrebbero prestato la loro opera gratuitamente per la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese.

A questo punto non ci resta che rivolgerci nuovamente a tutti i rappresentanti dei cittadini chiedendo di essere auditi quanto prima al fine di illustrare la nostra analisi su:

-          situazione attuale dell’acquedotto pugliese

-          rischi legati alla privatizzazione totale dello stesso

-          fattibilità sul piano giuridico della ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese.


Ripubblicizzare l’acquedotto pugliese si può.

Garantire il diritto umano all’acqua potabile si può.

Preferire una politica costruita sulla preminenza della funzione sociale dell’acqua piuttosto che su quella economica si può.

Sottrarre l’acqua, bene vitale, alle logiche del profitto si può.

E’ solo questione di volontà politica e lo dimostreremo durante l’audizione presso le Commissioni del Consiglio regionale, sempre che i Consiglieri, il governo regionale pugliese e il Presidente Michele Emiliano siano interessati al confronto con i cittadini, rappresentati dal Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, i quali - non dimentichiamolo - si sono espressi in modo chiaro e inequivocabile per il profitto fuori dall’acqua e per l’acqua fuori dalle logiche di mercato nei referendum del 12 e 13 Giugno 2011.