mercoledì 13 settembre 2017

ACQUEDOTTO PUGLIESE: Basta silenzi e menzogne!

Che si convochi un Consiglio Regionale monotematico sul futuro di Aqp.


Circa tre mesi fa si è chiuso il tavolo tecnico paritetico tra Regione Puglia e Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” istituito dalla Regione Puglia per l’individuazione del prossimo modello di governance per Aqp. L’unica proposta concreta - supportata da indicazioni sulla fattibilità tecnica e giuridica partorita dal tavolo è quella di trasformazione di AQP da società per azioni in azienda speciale. Si tratta della proposta di legge messa a punto dal Prof. Alberto Lucarelli (che ha già curato la ripubblicizzazione dell’acquedotto di Napoli) che, se adottata, trasformerebbe Aqp da una società di diritto privato, ad in un’Azienda di diritto pubblico. In questo modo, l’acqua, bene comune per antonomasia, sarebbe sottratta alle regole di mercato e alle speculazioni finanziarie, garantendo il diritto all’accesso a tutti i Pugliesi, in linea con la volontà popolare emersa chiaramente dal referendum del 2011.
Nella fattispecie, sottolineiamo che la proposta di legge di trasformazione di AQP ha superato brillantemente tutti i dubbi e le criticità avanzate dall’ufficio legislativo e dai consiglieri regionali presenti al tavolo tecnico, grazie al meticoloso e prezioso contributo del Prof. Albeto Lucarelli al quale va il ringraziamento nostro e dei cittadini pugliesi.
Insomma: L’ACQUEDOTTO PUGLIESE PUO’ ESSERE RIPUBBLICIZZATO SENZA SE E SENZA MA.
A questo punto, ci saremmo aspettati un riscontro da parte del Presidente Emiliano e del governo regionale, almeno per rispetto delle professionalità presenti al tavolo tecnico e del lavoro di quanti, spinti dal senso di giustizia sociale e passione (senza neanche un rimborso spese), hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze.  E, invece, nulla. Tre mesi di silenzio assoluto intervallati da un cambio nel Consiglio di Amministrazione all’insegna dello “spoil system” che ha fatto parecchio discutere addetti ai lavori e non.
Solo ieri sera, giovedì 7 settembre, il Presidente Emiliano ha ritenuto di dover tornare sull’argomento (forse perché incalzato), intervenendo alla festa regionale di Sinistra Italiana. Le sue parole sono state surreali. Ha ripetuto la medesima menzogna priva di alcun fondamento con cui aveva provato a liquidare le istanze di ripubblicizzazione più di un anno fa: “Aqp non può essere trasformato in azienda speciale perché è una società troppo grossa”. Tutto ciò nonostante il tavolo tecnico paritetico – da lui istituito e cui la giunta stessa ha partecipato - abbia stabilito diametralmente il contrario! Siamo basiti di fronte a tanto pressapochismo e mancanza di onestà intellettuale.  Se il Presidente Emiliano intende non ripubblicizzare Aqp si tratta di una Sua scelta precisa per cui si prenderà  le proprie responsabilità politiche ma non pensi che il Comitato, le associazioni aderenti ad “Acqua e Democrazia” e, più in generale, i cittadini pugliesi abbiano intenzione di arrendersi.

Pertanto, chiediamo:
  1.  A tutti i consiglieri regionali di convocare un consiglio regionale monotematico che possa fare definitiva chiarezza sul tipo di governance cui la Regione Puglia intende dotare Aqp, motivando le relative scelte alla luce degli esiti del tavolo tecnico paritetico e del referendum del 2011; e nel quale sia data lettura delle lettere aperte (pubblicate su testate nazionali) inviate dal Prof. Riccardo Petrella e dal Prof. Alberto Lucarelli al Presidente Emiliano pretendendo la risposta che il Presidente non ha mai dato (neanche per cortesia istituzionale!!!).
  2. Ai sindaci, che più di tutte le altre cariche istituzionali, vivono il disagio di un acquedotto che risponde al diritto privato e che sistematicamente non rispetta il diritto all’acqua, tagliando il servizio anche ai meno abbienti, di attivarsi quanto prima a tutela dei propri cittadini attraverso, ad esempio, l’organizzazione di un coordinamento degli enti locali per l’acqua pubblica (come avvenuto già nel 2008).
  3. Alla Regione Puglia e ad Aqp Spa di rendere finalmente pubbliche le conclusioni dello studio commissionato più di un anno fa a “Bain&Company” sul futuro di AQP, come chiesto dai Comitati e da alcuni consiglieri regionali a più riprese, almeno in nome di un principio di trasparenza. Secondo fonti giornalistiche, paradossalmente le uniche a darne notizia, addirittura l’oggetto di questo studio riguarderebbe un totale stravolgimento della struttura, della composizione azionaria e delle finalità stesse della società AqP che si  trasformerebbe in una “multiservizi” che si occupi anche di gestione di rifiuti e di energia e  vada a servire un territorio ben più vasto della Puglia, espandendosi, nel settore dell'enginering, anche in campo internazionale. Se questo fosse vero (e non è mai stato smentito) sarebbe osceno che una così profonda e radicale trasformazione si pretenda di realizzarla completamente “a porte chiuse”, escludendo totalmente i cittadini rappresentati sia dai comitati per una corretta e democratica gestione delle risorse idriche, dell’energia e dei materiali da recupero (erroneamente chiamati “rifiuti”), sia dai rappresentanti istituzionali: consiglieri regionali, amministrazioni provinciali e comunali. Rappresenterebbe un atto inedito di inaccettabile involuzione autoritaria.    


Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e le associazioni/organizzazioni/comitati aderenti alla campagna “Acqua e democrazia”